Bastava pagare una mazzetta e si poteva ottenere uno sconto consistente sulla tassa sui rifiuti, inserendo superfici inferiori a quelle reali oppure non inserendole affatto, consentendo addirittura al cittadino di non pagare l'imposta. Tre funzionari del Comune, in servizio all'ufficio Tributi nel 2014, adesso sono stati condannati in via definitiva per corruzione e invece del tutto scagionati dall'accusa di truffa ai danni di Palazzo delle Aquile.
I tre imputati, Antonio Borsellino (collaboratore professionale), Ida Ardizzone (istruttore amministrativo) e Gaspare Tantillo (geometra) - giĆ condannati in via definitiva assieme ad altri a 5 anni e mezzo per associazione a delinquere finalizzata a una serie di episodi corruttivi - dovranno scontare 3 anni e 7 mesi di reclusione a testa. E' stata la sesta sezione della Cassazione, presieduta da Ersilia Calvanese, ad annullare integralmente la condanna per truffa e a rideterminare la pena per gli imputati.
Come ricostruito dalla Procura ormai 9 anni fa, i tre avevano intascato soldi per inserire dati falsi circa la grandezza degli immobili sui quali pagare la Tarsu (oggi Tari), riducendo le superfici e consentendo quindi a chi pagava la tangente di versare meno tasse. In diversi casi non avevano invece iscritto a ruolo nessuna superficie, permettendo l'esonero totale dell'imposta. Secondo una valutazione degli inquirenti, il danno determinato alle casse del Comune sarebbe stato di circa 400 mila euro.